Blog. 11 Aprile 2018

Amina D’Addario intervista Alberto Apostoli per la rivista Turismo d’Italia

Turismo d’Italia è l’organo di stampa ufficiale di Federalberghi. La rivista, nata nel 1958, oltre a illustrare la posizione della federazione sugli argomenti di principale importanza per le imprese turistico ricettive, è ricca di articoli di design e di informazione tecnico professionale.

per il numero di Aprile 2018, Amina D’Addario ha intervistato l’architetto Alberto Apostoli sulla progettazione degli hotel. La riportiamo integralmente qui di seguito.

– Creare un progetto riqualificando una vecchia struttura: cosa guida la mano di un architetto? Quali sono i criteri da seguire per ristrutturare un hotel?

Vorrei rispondere che a guidare la mano dell’architetto sono estro ed emozioni. In realtà il nostro lavoro è vincolato, salvo rari casi, ai budget di spesa e ai tempi di costruzione indicati dalla Committenza, oltre che alle normative vigenti. La ristrutturazione di un hotel è principalmente  un intervento basato su dettami tecnici ed economici, piuttosto che creativi.

I principali criteri da seguire per non fallire nell’operazione, sono la stesura di un reale studio di fattibilità, evitare di incaricare della progettazione il parente architetto e, per me molto importante, cercare di dare un motivo di unicità.

Un errore che riscontro spesso, invece, è quello di quei clienti che desiderano rinnovare il loro hotel copiando l’idea di un’altra struttura, magari visitata durante un viaggio di piacere. Ogni hotel ha la sua propria storia da raccontare e deve essere pensato per il contesto in cui è inserito.

– Prima di progettare gli spazi e gli arredi di un hotel, è essenziale conoscere quale sia la tipologia di clientela? E come cambia il ‘contenitore’ a seconda del target?

L’hotel è sostanzialmente un prodotto e, come tale, dobbiamo sapere a chi e come lo vogliamo vendere. Profilare al meglio il nostro target client è un elemento fondamentale per il nostro studio di fattibilità o business plan. Non credo però che la tipologia di cliente determini il contenitore hotel, bensì il suo contenuto, ovvero lo standard di servizi che vengono offerti.

– Nei progetti di restyling alberghiero il lusso è ancora apprezzato? Oggi come si può conciliare la tradizione con le nuove regole dell’interior design?

Il lusso è sempre apprezzato, anche se è un lusso diverso. L’opulenza dei materiali e delle finiture ha lasciato il posto alla ricerca del miglior confort abitativo. Un vero hotel lussuoso è quello che garantisce la tranquillità e il benessere dei suoi ospiti. Mi riferisco ad aspetti acustici, di aerazione e illuminazione. Inoltre, sempre più clienti individuano la sostenibilità come forma di lusso e prediligono quegli hotel dove maggiore è il rispetto per l’ambiente.

L’unico elemento che può dare continuità alla tradizione è la qualità dei servizi offerti. Il design è in costante evoluzione, poiché soggetto allo sviluppo delle tecnologie e dei nuovi materiali.

– Nell’intervento all’ultimo SiaGuest di Rimini ha parlato della struttura ricettiva come di un edificio energivoro: cosa vuol dire? Può un edificio complesso come un albergo essere anche ecosostenibile? 

Gli alberghi devono essere ecosostenibili, non solo per l’impatto che hanno sull’ambiente ma anche per la possibilità di comunicare il tema e diffonderne la cultura; la sostenibilità di qualsiasi edificio dipende prima di tutto dalla sensibilità di chi lo abita.

Certamente, se andiamo ad analizzare la quantità di energia richiesta dagli impianti di un albergo, soprattutto in aree specifiche come le spa, sempre più presenti anche negli hotel di categoria inferiore, è evidente come il problema sia risolvibile solo attraverso grandi investimenti in termini tecnologici.

– Il tessuto alberghiero italiano è pronto ad adottare canoni innovativi e rivoluzionari in tema di ecosostenibilità?

La rete alberghiera italiana è composta principalmente da piccoli hotel a conduzione familiare che, per quanto attenti all’ottimizzazione dei consumi, non hanno spesso i mezzi economici per affrontare specifici interventi di rinnovo impiantistico. Non manca però la sensibilità.

Vorrei infatti riportare l’esempio di Lefay, società con cui ho il privilegio di collaborare per il nuovo resort  di Pinzolo.  La loro struttura di Gargnano, sul lago di Garda, oltre a vincere numerosi premi internazionali per la qualità dei servizi, è stata riconosciuta da Tripadvisor come la struttura più “Green” d’Europa nel 2017, quarta nel mondo.

– A Peschiera del Garda sono stati avviati i lavori per la costruzione di Hotel Vision, di che si tratta? Per questo progetto a cosa si è ispirato? Che materiali sono stati scelti e quando verrà completato l’albergo?

L’hotel Vision è una struttura moderna e contemporanea che comunica con il lago e il suo paesaggio. Dal punto di vista architettonico, l’edificio si contraddistingue per la grande facciata ventilata, caratterizzata da un particolare gioco di volumi aggettanti.

L’uso delle grandi vetrate, insolito per questo genere di costruzioni, permette di alleggerire ulteriormente la struttura a livello visivo e di farla dialogare con il territorio circostante; proprio il territorio diventa, in questo progetto, elemento fondante, parte dello stile, del design e del linguaggio espressivo.

Specifica attenzione è stata data anche al progetto illuminotecnico; l’illuminazione, infatti, evidenzia la particolare architettura dell’edificio anche nelle ore notturne, grazie a strip led inseriti in profili metallici che corrono in verticale lungo tutti i pilastri della struttura.

In esterno, la piscina a sfioro, con effetto infinity verso il lago, è particolarmente suggestiva.

Ne risulta un progetto iconico per Peschiera del Garda, di grande appeal emozionale e in grado di attrarre un target di turisti variegato, sia straniero quanto italiano.

La struttura è quasi interamente realizzata in legno. Una scelta fortemente voluta di comune accordo con la committenza. Questo materiale, infatti, consente una grande libertà di progettazione, oltre a distinguersi per le qualità termiche, antisismiche, eco-sostenibili e per la drastica riduzione dei tempi di cantiere. I lavori, infatti, da poco iniziati, termineranno entro la fine dell’anno in corso.

– Quali sono i progetti in campo alberghiero che l’hanno maggiormente soddisfatta?

Prediligo i progetti di quegli hotel che si trovano in location particolari, per storia e ambiente e che mi permettono di scoprire luoghi inesplorati. Ricordo con piacere la ristrutturazione di un hotel a Venezia, città che, in realtà, conosco bene per il mio percorso formativo, ma che mi sorprende ogni volta, a seconda del punto di vista in cui mi pongo.

Per l’occasione abbiamo ricavato alcune suite in un contesto che presentava splendide decorazioni a soffitto e pavimenti alla veneziana. A Monreale in Sicilia, abbiamo realizzato un Agri-Relais con stanze tra loro diverse ed ispirate alla cultura e alle tradizioni locali.

Interessante il Concept per un hotel a Brenzone, dove abbiamo realizzato un “wellness floor” dedicato alla filosofia ayurvedica. Le stanze di questo piano hanno ognuna specifiche peculiarità di materiali e colori e vengono attribuite agli ospiti per bilanciarne il “Dosha”. Il percorso wellness iniziato nelle stanze continua poi nell’adiacente spa.

In Romania stiamo lavorando ad un hotel con una particolare architettura multimediale. La facciate, infatti, permettono all’edificio di cambiare “mood” secondo specifiche esigenze di marketing. La struttura cambia totalmente colore, divenendo, ad esempio, rossa durante le festività natalizie o dei colori di una bandiera, per ricordare un avvenimento o ricevere ospiti di uno specifico paese.