Blog. 19 Luglio 2019

Progettazione di una SPA – una breve guida pt.2

Tratto dal libro “Architettura della SPA” di Alberto Apostoli, editrice “Il Campo”

Terza Fase: la progettazione integrata

La progettazione integrata è un metodo di lavoro piuttosto raro ma indubbiamente utilizzato quando gli elementi in gioco (design, sostenibilità, impiantistica, normative, marketing, specifiche tecniche, ecc) sono diversi o numerosi e necessitano di essere coordinati per garantire buone prestazioni.La complessità legata alla progettazione di una Spa è tale che potrebbero entrarvi in gioco diverse figure professionali, ciascuna con le proprie specificità.

Come insegna la teoria del marketing è importante non sottovalutare lo studio di fattibilità tecnica ed economica che garantisce una chiara ed estesa panoramica dei diversi aspetti progettuali, economici, gestionali e tecnico/amministrativi. Questo studio rappresenta infatti il punto di partenza necessario sulla base del quale attuare ogni fase successiva del progetto.

Sebbene sembri incredibile, nella maggior parte dei casi si assiste a progetti gestiti in assenza di un preciso ed articolato budget di spesa generale che sappia non tanto identificare un costo medio di realizzazione a metro quadro, (cosa, tutto sommato, abbastanza facile da fare se si è a conoscenza della reale situazione della location, della logistica generale, del target client di riferimento) quanto piuttosto assegnare capitoli di spesa coerenti con la tipologia di centro, il target di riferimento e il suo stile. È possibile individuare alcune macro-voci ricorrenti da tenere in considerazione fin dall’inizio del progetto e che incidono considerevolmente sull’importo generale dell’opera finita. Per la parte costruttiva sono:

  1. Opere edili o strutturali (demolizioni, nuove costruzioni, consolidamenti, vasche, isolamenti o coibentazioni, assistenze edili agli impianti);
  2. Opere in cartongesso verticali e orizzontali,
  3. Rivestimenti verticali e orizzontali;
  4. Impianto meccanico, idro termico e sanitario;
  5. Impianto elettrico e/o automazioni;
  6. Illuminazione;
  7. Arredo fisso e mobile (comprese le eventuali compartimentazioni in vetro o cristallo);
  8. Porte e serramenti (interne ed esterne);
  9. Grafica e comunicazione;
  10. Attrezzature tecniche specifiche (saune, hammam, docce emozionali, cabine sale, piscine, vasche idromassaggio, lettini ed attrezzature cabine estetiche o trattamenti, attrezzature fitness);
  11. Progettazioni (architettonica, impiantistica, tecnico/amministrativa, strutturale, comunicazione/grafica);

La Piscina di Portopiccolo

Molti progettisti e imprenditori erroneamente sottovalutano l’incidenza dei costi delle opere edili e di consolidamento strutturale nella realizzazione di un centro benessere: si tratta di un grave errore perché tali costi, e la loro scarsa stimabilità, possono causare il superamento del budget preventivato.

Ad esempio, l’impermeabilizzazione dell’involucro edilizio che ospiterà il centro benessere è di sostanziale importanza se si considera l’elevata presenza di acqua in diverse forme e temperature (liquida, vaporizzata, nebulizzata, ghiacciata, calda). Per questo deve essere pensata e progettata sin da subito, tenendo in debita considerazione le caratteristiche della location, gli aspetti architettonici, impiantistici o specifici (ad esempio la presenza di piscine o vasche).

Sottovalutare tali aspetti può implicare sia un aggravio dei costi di realizzazione sia la necessità di modificare sostanzialmente il layout del centro se non, addirittura, l’impossibilità di realizzare opere a filo pavimento (vasche a sfioro, percorsi d’acqua, invasi ecc.).

La progettazione impiantistica

Nella realizzazione di un centro benessere, di qualunque tipologia e dimensione, la progettazione degli impianti rappresenta una tra le voci di spesa di maggior importanza e criticità. È necessario, dunque, che essa venga integrata sin da subito nel progetto architettonico generale, inclusa la progettazione degli interni, senza alcuna deroga.

La progettazione degli impianti comporta difficoltà non solo dal punto di vista di una corretta realizzazione ma, soprattutto, relativamente alla loro fase di esercizio. I vani tecnici infatti devono essere facilmente accessibili e ben ordinati al loro interno, in maniera da permettere puntuali controlli programmati o straordinari, motivo per cui è bene tenere conto di questi aspetti già in fase di progettazione, evitando che la loro disposizione venga improvvisata in cantiere con la conseguenza di arrecare danni agli impianti, difficoltà nel loro controllo nonché maggiori costi di installazione e manutenzione.

Un capitolo importante è la generazione dell’energia termica necessaria ad alimentare impianti che possono consumare decine di kw termici soprattutto in fase di condizionamento. La possibilità di utilizzare tecnologie ecologiche o energie alternative è una strada oggi assolutamente percorribile ed eticamente corretta tanto per un progettista quanto per un imprenditore; tuttavia la possibilità concreta di creare un centro benessere passivo o a consumo zero è pressoché impossibile dal punto di vista economico. La qualità dell’involucro edilizio (serramenti adeguati, pacchetti muro ben pensati e progettati, schermature esterne artificiali o naturali, sottofondi ben isolati ecc) diventa, dunque, un fattore fondamentale per la riduzione del consumo energetico.

D’altra parte l’impiantistica meccanica, può generare un rumore che difficilmente verrà ignorato: per evitare il problema è bene prevedere un posizionamento degli impianti il più possibile distanziato dalle aree benessere o, quando ciò non fosse possibile, schermare i locali con appositi sistemi insonorizzanti. Anche la presenza degli scarichi idraulici provenienti dai piani sovrastanti o da stanze contigue è fonte di rumore: il progettista, in fase esecutiva, dovrà tenerne conto.

Altro fondamentale elemento in grado di cambiare l’aspetto del nostro centro è l’illuminazione naturale ed artificiale. Premettiamo che il benessere implica, o implicherebbe, un uso importante e fondamentale dell’illuminazione naturale che dovrebbe costituire denominatore comune di ogni centro benessere. Dovrebbe poter influenzare l’aspetto estetico, materico e formale di ogni parte del centro e modificare, di conseguenza la naturale atmosfera generale, e lo stesso stato d’animo degli esseri viventi che lo frequentano (uomini e piante). L’illuminazione artificiale nei centri benessere deve essere prevalentemente indiretta e soffusa, alcune volte puntuale ma mai uniforme, piatta o diretta. La luce è architettura e vita. Incide pesantemente sullo stato mentale di ognuno di noi sia quando è naturale sia quando è artificiale.

 

È indispensabile valutare con attenzione, sin dai primi momenti progettuali, quale risultato cromatico o scenografico si intende ottenere in quanto l’inserimento di corpi illuminati ad incasso, a terra o all’interno di altri oggetti particolari implica una progettazione esecutiva rigorosa.

Interior Design

Con il termine interior design intendiamo definire un aspetto della progettazione che mira alla corretta gestione funzionale, costruttiva e creativa degli spazi interni al centro benessere, dei materiali di finitura e rivestimento, nonché della scelta e definizione dei principali elementi d’arredo fisso e mobile.

L’enfasi sulla scelta dei materiali di finitura e delle soluzioni costruttive nell’ambito dell’interior design applicato ai centri benessere è il punto focale e critico a cui dare particolare peso. La scelta è vincolata non solo da esigenze di rispetto del concept iniziale o dalla prevalenza di materiali naturali ed ecosostenibili, ma dipende in larga misura anche dall’utilizzo di questi materiali in ambienti umidi, spesso bagnati, molto caldi o molto freddi, ecc.

Tra i molti rivestimenti presenti sul mercato, i principali utilizzati nel nostro ambito sono il legno, il gres fine porcellanato, la pietra, il marmo e il mosaico.

È fondamentale insistere sul tema del rispetto e dell’enfatizzazione del territorio quando si parla di benessere in quanto, spesso, il cliente si avvicina a questo mondo spinto da un immaginario fortemente condizionato dal connubio natura/benessere. È un paradigma che va assolutamente tutelato e promosso in quanto il benessere è determinato in prima istanza dal rapporto dell’uomo con il suo habitat naturale.

Arredare il centro benessere

L’arredamento (sia fisso che mobile) in un centro benessere è spesso gestito e selezionato principalmente sulla base del gusto estetico e formale senza, però, considerare l’uso particolare di questi oggetti sottoposti a condizioni idro-termiche particolari. Va progettato in base a due criteri ben distinti, quello puramente estetico e quello propriamente funzionale.

  

All’interno di un centro benessere possiamo distinguere diverse macro-categorie di arredo identificabili con le diverse aree in cui saranno impiegati:

  1. zona attesa/reception, forse l’elemento d’arredo più importante su cui porre attenzione tanto per il suo aspetto estetico e rappresentativo quanto per la valenza operativa e tecnica che deve svolgere;
  2. spogliatoi, dove l’operatività e la sicurezza sono i parametri principali di scelta;
  3. sale relax, in cui l’arredo assume un’importanza non solo funzionale ed operativa ma fortemente emotiva e sensoriale;
  4. area piscina o aree esterne: qui si devono scegliere, arredi estremamente comodi, regolabili e facili da pulire, lavare o stoccare anche se, talvolta, questi aspetti poco si sposano con il design contemporaneo;
  5. arredo ed attrezzature cabine o suite area estetica o trattamenti.

Quarta Fase: Il Business Plan

Il business plan – documento volto a rappresentare, in ottica prospettica, il progetto di sviluppo imprenditoriale per valutarne la fattibilità economico finanziaria e analizzarne le possibili ricadute gestionali – interessa dunque anche il progettista della SPA che deve necessariamente mettere in relazione gli aspetti economici, finanziari e manageriali con quelli tecnici, creativi o tecnologici.

Tavola relativa al concept di un centro benessere in cui sono contenuti i principali elementi relativi alla distribuzione degli spazi, l’atmosfera generale, il sistema di illuminazione e, in sintesi, l’essenza del progetto stesso

La bontà dell’idea imprenditoriale, nonché la sua coerenza con tutto il processo progettuale e di start up della struttura, sono aspetti che devono assolutamente essere contemplati dal business plan. Se desideriamo soddisfare una clientela particolarmente sofisticata ed esigente, dobbiamo considerare il costo della formazione e della retribuzione del personale, così come un compenso adeguato per uno SPA manager bravo e qualificato. L’organizzazione dell’impresa è un aspetto fondamentale che il gestore deve affrontare fin dalla prima fase progettuale, contribuendo alla definizione del layout. È il gestore, o comunque chi si assume l’onere e l’onore di tale organizzazione, a dover stabilire la qualità e la quantità del personale, gli approvvigionamenti, il livello di outsourcing dei servizi, la gestione dei turni, delle manutenzioni quotidiane, periodiche o a chiamata, il controllo e monitoraggio dei consumi, il livello e qualità delle pulizie e delle aree critiche ecc.

Menzionare “obiettivi di produttività” può sembrare presuntuoso o fuori luogo, ma non è così perché la progettazione non può ignorare il numero di persone alle quali il centro intende rivolgersi e il livello qualitativo del servizio che si intende erogare. Possono sembrare due parametri banali e difficilmente definibili a priori, ma la loro ripercussione sul progetto è sostanziale.

Per concludere, la progettazione di una SPA o di un centro benessere non possono prescindere da un’attenta attività di programmazione e previsione dei fattori economici, strategici e tecnici più critici.