Blog. 9 Gennaio 2013

Architetture tarocco in Cina

Fonte: www.portedilo.it

Le architetture sono dei prodotti da copiare, almeno per i cinesi, che le taroccano allo stesso modo delle borse, degli smartphone o delle piastrelle di ceramica. Anche quando la costruzione “piratata” è in fase di realizzazione proprio in Cina. E’ successo all’archistar anglo-irachena Zaha Hadid che, secondo quanto riporta l’Ansa, si è vista copiare pari pari uno degli undici progetti da lei disegnati proprio per il territorio cinese. Si trattata dei Wangjing SOHO di Pechino, che verrà replicato da un gruppo di architetti anonimi nella città orientale di Chongqing. Ma con due varianti: l’edificio di Chongqing è formato da due grattacieli anziché tre e soprattutto verrà terminato prima di quello originale, che sarà inaugurato nel 2014. 

 
Quello capitato ad Hadid è l’ennesimo caso di Shanzhai, ovvero di taroccamento di merci originali per riprodurne copie identiche spesso a prezzo ribassato, ma è la prima volta che riguarda il progetto di un architetto così famoso. Addirittura l’ubicazione dell’edificio di Chongqing, che è stato ribattezzato FauxHO, ricalca molto da vicino il paesaggio dell’originale a Pechino: grandi arterie stradali molto trafficate che attorniano il campus e lo isolano dal resto del tessuto urbano.
 
Ma come è potuta avvenire la copiatura? Secondo Satoshi Ohashi, direttore del progetto della Hadid a Pechino, gli architetti-pirati sono venuti in possesso dei files digitali contenenti la versione originale dei disegni. Ma quello che più preoccupa Ohashi è la rapidità con cui i falsari hanno avuto il progetto – e della velocità con cui lo stanno ultimando. In Cina il taroccamento di opere architettoniche non è una novità: l’anno scorso gli abitanti del villaggio austriaco di Hallstatt hanno scoperto che architetti cinesi avevano fotografato una per una le loro case per costruire nella Cina Meridionale una versione identica dell’idilliaco paesino proprietà culturale dell’Unesco.
 
Il fenomeno degli architetti-pirata ha anche un nome, Architetti Photoshop. L’ha coniato il grande progettista olandese Rem Koolhaas, che a Pechino ha disegnato l’avveniristica sede della China Central Television (CCTV): a suo giudizio la velocità dell’espansione edilizia in Cina sta producendo una generazione di architetti che usano i laptop per clonare rapidamente edifici già esistenti. «Questa è l’essenza della produzione urbana cinese: design facile come un click su Photoshop anche sulla scala di una città». E’ così che le architetture diventano prodotti da copiare e buttare sul mercato. Speriamo non a tiratura illimitata.