Blog. 6 Ottobre 2017

Feng Shui per le SPA: Simona Lovati intervista Alberto Apostoli

Feng Shui

La giornalista della rivista B2B Beauy Plan si è incontrata con Alberto Apostoli per parlare delle tecniche di Feng Shui applicate alla progettazione di SPA e ambienti wellness.

Quali sono i principi generali del feng shui?

Il Feng Shui è una disciplina cinese che ricerca l’armonia negli spazi in cui viviamo, grazie ad una precisa disposizione dell’arredamento, delle piante e di qualsiasi altro elemento presente, oltre, naturalmente, ad un’adeguata regolazione delle luci. L’obiettivo è di facilitare il flusso della nostra energia all’interno dell’ambiente, migliorando salute, felicità e prosperità.

Simona Lovati intervista Alberto Apostoli sulla progettazione di spa Feng Shui

 

È una disciplina che  conosco abbastanza bene. Nel 2006, infatti, ho aperto uno Studio a Guangzhou, nel Guangdong, una regione dove il Feng Shui è alla base di qualsiasi progetto; ho potuto così realizzare alcuni lavori affiancato da esperti di questa nobile arte.

Negli ultimi anni, il Feng Shui si è diffuso anche in Occidente e sono numerosi, ormai, gli architetti e  i designer che lo tengono in considerazione per la progettazione di ambienti domestici e lavorativi.

Come vengono applicati in una Spa?

I principi del Feng Shui possono essere applicati a qualsiasi tipo di edificio e, ovviamente, influenzano la progettazione delle spa, ambienti che, più di tutti, mirano al benessere dei loro ospiti.

Non è facile riassumere in poche parole tutti gli elementi da tenere in considerazione. Per fare alcuni esempi, posso consigliare di dare grande attenzione all’area reception; questa infatti, dovrebbe risultare per l’ospite come una zona totalmente distaccata dall’esterno, “epurata” e sgombra da elementi che impediscono di fermarsi e respirare. Un spazio di “ristoro” in cui yin e yang trovano il giusto bilanciamento. La posizione della reception è molto importante anche per il benessere dell’operatore; il desk dovrebbe essere adiacente e non parallelo all’entrata.

Le sale d’ingresso senza finestre o porte, o chiuse in qualche modo, possono causare la stagnazione del Qi (circolazione ottimale di energia). Specchi posizionati strategicamente o una piccola fontana d’acqua possono creare il movimento necessario per eliminare la stagnazione energetica.

Un’altra area critica all’interno di una spa è la sala per i massaggi. Spesso gli spazi disponibili sono ridotti e risulta difficile posizionare il lettino correttamente. Il cliente, quando supino, deve avere la possibilità di vedere la porta di ingresso; la paura di non sapere chi può entrare, interrompe il flusso di energia impedendo il rilassamento.

La peggiore soluzione per il lettino è quella che posiziona i piedi dell’ospite proprio davanti alla porta. Detta “della bara”, (nell’antica Cina i morti venivano sistemati con i piedi davanti alla porta per un più facile accesso al Paradiso), questa posizione elimina totalmente fortuna ed energia della persona.

Un altro consiglio è quello di collegare visivamente ed “energeticamente” l’area Beauty con l’area retail; aiuterà sicuramente le vendite di prodotti. Anche questo è Feng Shui, sebbene qualcuno potrebbe chiamarlo più semplicemente “marketing”.

 

Ci sono dei materiali o dei tessuti da privilegiare nella realizzazione del progetto?

In realtà non ci sono materiali specifici.  Alcune aree della spa prosperano, in modo energetico, con mobili in legno e precisi oggetti d’arredamento; altre invece non ne trarranno beneficio. Ciò vale per le forme, i materiali e i colori.

La selezione dei materiali dipende dalla posizione delle stanze. Arredi in legno ed elementi decorativi, ad esempio, sono la scelta migliore per le zone posizionate ad est, dove possiamo utilizzare anche superfici specchiate, ceramica, mattoni, nonché tappeti di fibre naturali. Le forme dovrebbero essere quadrate o rettangoli e non tondeggianti. In queste aree; inoltre è meglio evitare una forte presenza di oggetti decorativi realizzati in metallo.

Per ogni direzione cardinale, avremo quindi specifici materiali, colori e forme. Le migliori decisioni progettuali vengono fatte quando si conosce la mappa di energia Feng Shui della spa, chiamata “Bagua”.

 

Le zone d’acqua devono essere organizzate secondo criteri differenti rispetto alle Spa “tradizionali”?

Ci sono delle regole piuttosto precise per la progettazione delle piscine. Sono da preferire forme curve perché non presentano spigoli “velenosi”. Nel caso di vasche quadrate, gli angoli non devono essere orientati verso la spa.

Dimensioni esagerate possono sopraffare la spa impartendo energia negativa.

Se possibile, è meglio non posizionare la piscina nel centro della parte posteriore della spa. Le piscine poste in questo modo possono diventare minacciose, poiché l’acqua dietro la persona è considerata “cattiva”; nessuno si metterebbe con la schiena verso l’oceano.

Le piscine dovrebbero essere mescolate con gli altri elementi, come metallo (corrimano, pompe, apparecchiature elettriche), legno (piante, pavimentazioni lungo il bordo-vasca), terra (roccia, sassi, cemento o pietra) e fuoco (illuminazione). Ciò contribuisce a garantire l’equilibrato e l’armonia con la natura.

 

E per quanto riguarda le luci ed eventuali spazi che fanno da tramite con l’esterno, ad esempio le vetrate?

Secondo l’arte del Feng Shui, le finestre sono come gli occhi della casa o, come nel nostro caso, della spa. Le finestre dovrebbero essere grandi e alte in modo da permettere di spaziare con lo sguardo verso il paesaggio esterno. Per favorire il flusso dell’energia, sono da preferire vetrate che si aprono completamente. In ambienti chiusi, si possono creare delle finte finestre posizionando, ad esempio un telaio a muro con un vetro traslucido illuminato sul retro.

Parlando di illuminazione, è preferibile la luce indiretta. I raggi diretti dall’alto verso il basso generano energia negativa e mettono una pressione invisibile sulle persone. Qualora questo tipo di illuminazione fosse necessaria, delle canne di bambù appese potranno diminuirne l’effetto.

LEGGI L’ARTICOLO SULLA RIVISTA