Blog. 6 Ottobre 2020

Lorenza Scalisi: Giornalista, SPA Expert e Travel Designer

Wellness, Beauty, Hospitality sono oggi argomenti “di gran moda” e, come tali, riempiono le pagine di riviste cartacee e online. Le SPA, soprattutto, non sono più semplici luoghi di relax, ma diventano lo scenario per foto da esibire agli amici e sui propri profili social.

Come per la moda e lo showbiz, anche il mondo del Benessere si costella così di esperti, blogger e, “verbo horrenda”, di influencer. Prima o poi ne faremo un post specifico, raccontando di chi, se esiste, influenza davvero le scelte degli “spa goers”.

Nel frattempo, abbiamo il piacere di scambiare due chiacchiere con Lorenza Scalisi che, di questi spazi, ne parla da vent’anni, con professionalità e reale competenza.

Studio Apostoli – Lorenza, come e perché è nata la tua “specializzazione” nel settore dellhôtellerie e del wellness?

Lorenza Scalisi – Ho iniziato a scrivere di hôtellerie quasi per caso, nel 2000. Ero arrivata da soli 3 mesi a CN Traveller, all’epoca un mensile monografico, quando mi chiesero di occuparmi delle rubriche Ospitalità e Ristoranti: ricordo che pensai che era un “mare magnum” in cui era più facile perdersi che orientarsi, ma iniziai letteralmente a studiare le differenze fra le varie proposte e i servizi, e poco dopo ero già nelle mailing list di tutte le principali catene alberghiere e dei maggiori brand internazionali.

Lorenza Scalisi

Da lì, l’inizio di un lungo e incessante peregrinare fra alberghi di ogni genere e a ogni latitudine. Credo si possano contare nell’ordine di qualche centinaio quelli in cui ho dormito, e sicuramente di migliaia quelli che ho visitato. Se il monografico era su New York, battevo a tappeto tutta Manhattan e non solo, puntando sui top di gamma, ovviamente, e sulle strutture indipendenti più curiose e di tendenza.

Alla fine di una settimana, potevo aver messo piede anche in 40/50 diverse strutture… Un’expertise che prendeva poi forma ogni fine anno con le Hot e Gold List, le “classifiche” dei migliori indirizzi fra hotel, resort e spa worldwide, partendo dai must see ai new opening da non perdere.

Tredici anni meravigliosi, che mi hanno insegnato ad apprezzare tutte le possibili sfumature del mondo dell’hospitality. Molti anche i progetti editoriali che nel frattempo ho firmato “extra CN Traveller”, con format spesso ideati da me: guide sulle dimore di charme, su ville e palazzi trasformati in hotel, su Golf e Spa Resort, che nel caso di quest’ultimi prevedono sempre il “provato per voi”, vera full immersion nella descrizione di un trattamento.

 

SA – Dal 2000 a oggi, hôtellerie e wellness hanno vissuto però grandi trasformazioni…

LS – Sì, direi che possiamo parlare di una vera e propria rivoluzione. In estrema sintesi, potremmo dire che fino a qualche tempo fa, quando si parlava di Spa spesso bisognava specificare che non si trattava di “Società per Azioni”, bensì di luoghi deputati a quel “Salus per Aquam” che oggi invece è non solo familiare ai più ma persino abusato.

Prima, immaginare di avere a disposizione una Spa super attrezzata, magari di centinaia di metri quadrati, che non fosse all’interno di un centro termale “tradizionale” era quasi impensabile, soprattutto in città. Oggi, invece, i top hotel urbani fanno a gara nel rivaleggiare in lusso e varietà della proposta benessere, offrendo ai loro ospiti quelle che potremmo definire “wellness destination” tout court.

“Un esempio? I 2.500 mq rifiniti in travertino e curati da Starpool (azienda della Val di Fiemme leader nella produzione di saune, hammam e similari) dell’A.Roma Wellness & Spa Hotel del gruppo LDC Hotels, una vera oasi di tranquillità a ridosso di Villa Doria Pamphili, a Roma. Ti ritrovi in sauna e guardi le chiome verdi dei pini marittimi del parco che hai di fronte, e ti scordi di essere nel cuore della Città Eterna!!

Lorenza Scalisi

La SPA Dell’Hotel A.Roma, Roma

Se poi si va nell’ambito leisure resort, ossia fuori città, gli orizzonti si ampliano ulteriormente, e ci si ritrova spesso in strutture dove ci si può dedicare a ogni tipo di trattamento, da quello medico specifico a quello estetico-chirurgico, dalla remise en forme al riequilibrio psico-fisico e così via. I “classici” massaggi rilassanti, anti-aging o snellenti sono ormai quasi un contorno, una delle mille proposte beauty & wellness ideate da Spa Manager e staff sempre più preparati e updated.

 

“Non c’è peggior cosa che sottoporsi a uno Shirodara

senza sapere che si uscirà dalla cabina unti dalla testa ai piedi”

 

SA – Quali sono i must have di una Spa?

LS – Il mondo Spa ruota più di ogni altro attorno a un concetto: quello del comfort, che deve essere il target ultimo di ogni scelta strutturale e di servizio. Materiali, suoni, profumi e colori devono stimolare tutti i sensi, invitare al relax, distogliere l’attenzione dal quotidiano e far volare la fantasia. Switch off con la realtà, insomma, i problemi rimangono fuori da quel luogo ovattato che invoglia a lasciarsi andare. Se poi qualche dettaglio regala il “wow effect”, meglio ancora!

L’accoglienza inizia con la reception, che deve prevedere una zona di attesa, seppur minima, e personale capace di dare le giuste e chiare spiegazioni sui vari trattamenti. Non c’è peggior cosa che sottoporsi a uno Shirodara senza sapere che si uscirà dalla cabina unti dalla testa ai piedi. Mai dare per scontato anche il più semplice e diffuso dei trattamenti!

La zona relax deve essere isolata acusticamente e “no mobile”: qui, lo switch off d’obbligo è quello dei cellulari, che troppo spesso (ahimè!), sono compagni di viaggio anche in Spa…

Lorenza Scalisi

Acqualina Resort, Miami

Se la destinazione è panoramica, sfruttiamola! Poiché le Spa sono una voce sempre più importante nei bilanci degli hotel, perché realizzare le cabine sempre al livello -1 invece che fronte mare o montagna? Per capirci, un vero “non sense” è una Spa ai Caraibi o sulle Alpi che non offra una full immersion anche visiva nel contesto. Eppure…. Di rado ho visitato cabine che potrei definire panoramiche!

Why not?!?! A volte, basterebbe anche solo un gazebo esterno, da sfruttare nella bella stagione. Anche nelle destinazioni più calde: meglio la brezza marina che l’aria condizionata, e meglio il sonoro delle onde del mare che di un CD che lo riproduce (episodio capitato in Bassa California!).

 

SA – E quali i più comuni errori, sia nella progettazione che nel servizio?

LS -Prima di tutto, gli spazi devono essere adeguati rispetto al numero di camere: se si hanno a disposizione 200 mq per 70 camere (visto con i miei occhi!), meglio non aggiungere la dicitura “Spa” all’hotel, ma limitarsi a citare la presenza di un “beauty corner” a disposizione per trattamenti on demand. Così non si rischia di deludere le aspettative di chi, delle vere Spa, è habitué.

Spesso, in questa corsa al “facciamo e diamo di più”, si rischia di sbagliare. E questo accade sia quando si parla di piccoli budget che di progetti faraonici. In entrambi i casi, penso che la strategia migliore sia sempre il “less is more”: meglio puntare su una diversificazione contenuta dei servizi a fronte di una migliore qualità degli stessi. Vale a dire, elimino la doccia sensoriale o il Kneipp e realizzo una sauna o un hammam più grandi e adeguati alla struttura.

Stessa osservazione per la proposta dello Spa Menu: meglio puntare su pochi ma selezionati trattamenti, preferibilmente radicati al territorio, che proporre suggestioni esotiche di cui poi non si è in grado di mantenere le aspettative. In altre parole, preferisco immergermi nel fieno o nelle essenze locali se mi trovo in una Spa di montagna piuttosto che ritrovarmi profumata di cocco per un improbabile massaggio polinesiano a 2.200 metri di quota.

 

SA – Qualche Spa Experience memorabile?

LS – Se parliamo dal punto di vista del design, di certo La Réserve Hotel Spa & Villas a Ramatuelle, così come l’Espa all’Acqualina Resort di Miami, due luxury destination dalla forte personalità. La prima, la massima espressione del design contemporaneo, con personal trainer e programmi personalizzati da vivere nella natura della Cote Azur, la seconda un inaspettato retreat dal tocco italiano (la passione della proprietà, che all’ingresso del resort ha fatto riprodurre marmi e maioliche del Duomo di Amalfi!), con il plus del wellness concept Espa.

Lorenza Scalisi

La Reserve Ramatuelle-Hotel Spa and Villas

Per i trattamenti, indimenticabile quello con le campane tibetane che ho fatto al Conservatorium di Amsterdam, per la bravura della terapista (in un suggestivo contesto architettonico disegnato da Piero Lissoni & Partners), e il signature treatment by Guerlain al One & Only The Palm di Dubai, fra i resort più belli che abbia mai visto.

In Italia? Esagerati ma evergreen i mosaici dorati del Relais & Châteaux Terme Manzi a Ischia, dove una seduta di fanghi è d’obbligo, e sempre a Ischia da non perdere la sorgente termale che sgorga all’interno della torre medievale del Mezzatorre.

Nella mia top 3 italiana, c’è l’Abbraccio del Lefay Dolomiti, per la bellezza della Spa (fra le creazioni dello Studio Apostoli che preferisco), e per la piacevolezza del trattamento, soin rimodellante che prevede una serie di passaggi per 180 minuti di puro relax dagli effetti immediatamente visibili.

Da paragonare a quelli del calco di gesso di Terme di Saturnia, per quei 3/4 cm immediati in meno sulla silhouette!

Sui generis e a dir poco unica la Spa del Nun Assisi, molto ben attrezzata e con area umida ricavata all’interno di uno scavo archeologico che comprende un tempio risalente al I secolo d.C. E’ la vera sublimazione della tradizione termale dell’Antica Roma in chiave moderna e super cool.

Lorenza Scalisi

Nun SPA, Assisi

SA – Il design nel mondo wellness: quanto conta per il successo di una Spa?

LS – Tanto. Tantissimo. Perché, come dicevo, l’atmosfera e la sensazione di comfort che arriva dall’ambiente al cliente sono parte integrante del benessere che si dovrebbe ricevere in una Spa. Di certo però, il design non deve essere fine a se stesso, ma funzionale. A volte, capita di vedere Spa costate milioni di Euro che non sono “user friendly” o, peggio ancora, non hanno personale all’altezza. Per quanto infatti il contesto sia importantissimo, è pur sempre l’esperienza delle mani che agiscono sul cliente che fa il resto e deve portare il risultato sperato (e pagato!).

Ne ho avuto riprova in due Spa annesse a due 4 stelle di tutto rispetto: il Caesius di Bardolino, specializzato in Ayurvedica con personale super tecnico, e Le Torri del Garda a Torri del Benaco, dove grazie alla bravura dei terapisti, anche un massaggio rilassante ha il suo perché.

Lorenza Scalisi

La SPA del Caesius, sul lago di Garda

 

SA – The Travel Tailorist: come nasce questo “brand”?

LS – Direi in modo quasi naturale e spontaneo, grazie ai continui input e alle richieste che mi arrivano ogni giorno dagli “addetti ai lavori”.

Alla mia attività giornalistica si è così affiancata nel tempo quella di consulenza agli hotel, per le politiche di pricing, la valutazione dei servizi, la realizzazione di siti e testi per la comunicazione, oltre a quella di travel designer, per la creazione di itinerari per una clientela alto spendente.

Tutte attività che ho voluto convogliare in un “brand” che credo ben rappresenti il mio know how, The Travel Tailorist (thetraveltailorist.com).

Per seguirmi passo a passo nelle mie sight inspection, c’è: IG: @lorenzascalisi, oltre che @discovertheotheritaly, profilo dove amo postare luoghi insoliti dell’Italia, per proseguire il filone che ho avviato nel 2015 con la mostra itinerante Discover the other ITALY (discovertheotheritaly.com).

Si tratta di un’originale campagna di promozione del territorio, che grazie a una collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri, ho avuto il piacere e l’onore di portare anche all’estero, in Cina, Emirati Arabi Uniti, Canada e Usa. Un’esperienza straordinaria, che presto si potrebbe ripetere con una seconda edizione. Chissà…

 

Di Piergiorgio Barzon